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    Indianapolis e New Orleans si meritano il Super Bowl



    I Colts rimontano i New York Jets grazie al solito Peyton Manning (3 td), i Saints eliminano dopo un supplementare i Minnesota Vikings, traditi da Favre

    NEW YORK, 25 gennaio 2010 - Saranno Colts e Saints, le squadre con il miglior record nella regular season nelle rispettive conference, a contendersi il Super Bowl di Miami. Indianapolis con un ottimo secondo tempo supera i Jets, New Orleans, invece, ha la meglio sui Vikings al supplementare.

    Indianapolis-New York Jets 30-17
    I Jets mettono in grande difficoltà i Colts nel primo tempo, soprattutto grazie alle giocate di un sorprendente Mark Sanchez. Ma con l’andare di minuti Peyton Manning riprende il controllo delle operazioni e trascina i padroni di casa alla rimonta. Nella ripresa poi sale in cattedra la difesa di Indianapolis e gli ospiti alzano bandiera bianca. Un inaspettato secondo quarto procura diversi grattacapi ai Colts. Sanchez inventa un paio di giocate super e i Jets piazzano un uno–due che scuote i padroni di casa. Le mete di Braylon Edwards e Dustin Keller zittiscono il Lucas Oil Stadium e portano la squadra newyorchese avanti 17-6 a due minuti dal riposo. Manning però non si scuote e ricama un importante drive chiuso dal touchdown di Austin Collie. I Colts vanno negli spogliatoi sotto 17-13 e il quarterback più intraprendente nel primo tempo, a sorpresa, non e’ Manning ma Sanchez. La meta realizzata proprio nel finale della frazione però scuote la squadra di casa che torna in campo, dopo il riposo, con la giusta intensità. La difesa diventa decisamente aggressiva e in attacco Manning torna a essere il solito indiscusso leader. Indianapolis si riporta davanti con il touchdown di Pierre Garcon poi nell’ultimo quarto ci pensa Dallas Clark ad allontanare i Jets. Il field goal di Matt Stover nelle battute finali del match chiude definitivamente i conti. Dopo un eccellente primo tempo i Jets così si fanno dominare nella ripresa. La compagine di Rex Ryan non riesce a mettere punti a referto negli ultimi due quarti, subendo invece il parziale di 17-0 dei Colts. Indianapolis si guadagna, con pieno merito, il biglietto per Miami. “Le partite durano quattro quarti – dice Peyton Manning, 26/39 per 377 yard e tre td – non ci siamo innervositi quando siano andati sotto nel primo tempo, sapevano che prima o poi saremmo riusciti a trovare ritmo in attacco” Si chiude a Indianapolis una stagione comunque ricca di soddisfazioni per i Jets. “Non ci sono dubbi, non abbiamo giocato bene – ammette il tecnico newyorchese, Rex Ryan – ma il merito va ai Colts”.

    New Orleans-Minnesota 31-28 d.t.s.
    Per la prima volta nella loro storia i Saints arrivano al Super Bowl. Un traguardo assolutamente impensabile per i tifosi di New Orleans cinque anni fa quando, dopo le devastazioni dell’uragano Katrina, la squadra sembrava senza futuro e destinata a un inevitabile trasloco. Un match intenso e appassionante viene deciso soltanto nel supplementare. Minnesota però può recriminare per i troppi errori commessi e soprattutto per l’incredibile confusione nei secondi finali dei tempi regolamentari. Brett Favre, dopo aver disputato una stagione da Mvp, chiude la sua annata nel modo più deludente possibile. Il suo ultimo lancio del match (forse addirittura della carriera) viene infatti intercettato, togliendo così ai Vikings la possibilità di vincere il match con un field goal (comunque non facile) nel finale. Un match combattutissimo ma condito dai troppi turnover di Minnesota (ben cinque), arriva in parità, 28-28, alle battute finali. Favre, colpito duro in diverse occasioni dai linebacker di New Orleans, riesce a ricamare un buon drive ma quando nei secondi finali Minnesota arriva alle 33 yard dei Saints tutto si complica. Dopo due prevedibili corse che producono pochissimo, i Vikings incappano in una stupida penalità di cinque yard che fa diventare davvero problematico l’eventuale fiald goal. Favre allora decide di rischiare e con un lancio cerca Sidney Rice. Tracy Porter però legge benissimo la situazione tattica e intercetta l’ovale, facendo tirare un grandissimo sospiro di sollievo ai 71.000 tifosi del Superdome. Scampato in modo clamoroso il pericolo, i Saints vengono aiutati dalla buona sorte. La monetina, infatti, sorride ai padroni di casa che così si ritrovano con il possesso dell’ovale nel supplementare e anche gli arbitri danno una mano fischiando una “pass interference” molto dubbia alla difesa dei Vikings. Drew Brees comunque nell’overtime macina yard e mette Garrett Hartley nella condizione di vincere la gara e di portare i Saints a Miami. Il kicker risponde centrando i pali dalle 40 yard e regalando così il successo alla squadra di casa.
     
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    Saints in paradiso,New Orleans risorge



    Strepitosa esibizione di Brees e compagni che rimontano Indianapolis e conquistano il Super Bowl XLIV. Peyton Manning non basta: Colts sconfitti 31-17

    MIAMI (Florida), 8 febbraio 2010 - Chi si aspettava un punteggio rotondo per via di attacchi forti e difese vulnerabili è rimasto deluso: il Super Bowl XLIV resterà nella storia come una partita bellissima, con pochissimi errori. E con un risultato a sorpresa: il successo dei New Orleans Saints, gli underdog, la squadra che secondo i pronostici doveva soccombere sotto i colpi di Peyton Manning e soci, che prevalgono sugli Indianapolis Colts 31-17. Un trionfo che è come una resurrezione per la città, New Orleans, affondata cinque anni fa sotto le sferzate di Katrina, e la franchigia, che in 43 anni di storia aveva collezionato soltanto disastri sportivi.

    super brees — Gran parte del merito di questa impresa va al quarterback Drew Brees, che non sbaglia praticamente nulla e diventa l’Mvp della partitissima: su 39 tentativi di passaggio ne completa 32 (nuovo primato del Super Bowl) per 288 yard e manda in touch down Thomas e Shockey. Ma i protagonisti di questo SB sono anche altri due suoi colleghi. Il kicker Garrett Hartley, che trasforma tre field goal su tre, tutti da oltre 40 yard (altro record della super gara), e tiene a galla i Saints, che dopo il primo quarto erano andati sotto 10-0. L’altro big del SB è Tracy Porter, che a 3’12” dalla fine intercetta Manning e condanna i Colts alla sconfitta. Ma procediamo con ordine. Nel primo quarto Indy va in vantaggio 10-0 con un FG di Stover e un TD di Garcon. Già qualcuno canta vittoria, invece nel secondo periodo i Saints recuperano: merito dei primi due FG di Harley, anche se in un’occasione N.O. non riesce ad andare in TD da una yard. All’inizio del secondo tempo, l’allenatore di N.O. Payton, con un colpo di genio (o di follia), dà l’ordine di effettuare un side-kick, che sorprende completamente lo special team di Indianapolis.

    vittoria per la citta' — Così Manning rimane a guardare dalla panchina e l’ovale torna ancora una volta in mano a Brees che, al termine di un drive bellissimo, manda in TD Thomas: 13-10 Saints. Manning, punto sul vivo, risponde da grandissimo: un suo passaggio a Clark è una pennellata d’arte. Poi Addai corre per il TD del nuovo sorpasso: 17-13 Indy. Hartley accorcia con un calcio fino al 17-16. Quindi ecco gli errori dei Colts: prima sbaglia un lungo e non facile FG Stover a cui replica Shockey con il TD (22-17). Poi ci sarà, sotto pressione, l’intercetto di Porter su Manning che va a sigillare il punteggio sul 31-17. Brees piange mentre tiene in braccio suo figlio e stringe la coppa. Dice: “Abbiamo giocato per molto di più che noi stessi: per la squadra e per la nostra città”.
     
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