Mare dei Miracoli

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  1. falcediluna
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    Il mare dei miracoli è il luogo dove puoi trovare ciò che cerchi

    Il mare dei miracoli crea il suo miracolo passo dopo passo

    il mare dei miracoli è il posto dove puoi rinascere o trovare qualcosa di negato

    “Dove sei mare dei miracoli? Ti cerco perché ho un desiderio da chiederti … ho molto peccato e non posso tornare a casa. Non negare l’aiuto a un tuo figlio!” la luna illuminava le lacrime di una creatura del mare.

    I suoi occhi spenti guardarono il mare e il suo cuore si aggrappa a quell’unica speranza di una leggenda narrata tra i palazzi dorati del suo mondo.

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    Il mare dei miracoli è il luogo dove puoi trovare ciò che cerchi

    Il mare dei miracoli crea il suo miracolo passo dopo passo

    il mare dei miracoli è il posto dove puoi rinascere o trovare qualcosa di negato …

    Così cominciava, il racconto del nonno durante le notti di tempesta, quando il mare agli occhi di un bambino, sembrava un gigante pronto a distruggere tutto ciò che incontrava. Quella storia di un mare capace di regalare speranze e sogni in un bambino spaventato dal brutto tempo.

    Il mare che vedeva attraverso il finestrino dell’auto, sembrava quello descritto nel racconto di suo nonno, solo che al posto dell’argento della luna, c’era l’oro del sole.

    Tre mesi di vacanza insieme agli amici più cari sarebbero bastati a dimenticare le delusioni in campo amoroso di questo lungo anno? Aveva avuto solo relazioni occasionali, ma nessuna che andava oltre alla prima notte di sesso. L’amore sembrava negato a lui e per fortuna questo non valeva per l’amicizia.

    Andava in vacanza per dimenticare e con il cuore una segreta speranza.
     
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  2. falcediluna
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    Capitolo 1


    Appena scesi dalla macchina, Andrés andò verso la spiaggia a guardare da vicino il mare. Si tolse le scarpe e le calze per camminare lungo la spiaggia e sfiorare l'acqua salata con i piedi. Ogni anno che veniva a trascorre le vacanze in questo posto, si trovava sempre bene e gli permetteva di cancellare cattivi ricordi e lo stress accumulato durante l'anno.

    Restò immobile a guardare il mare toccare la riva e tornare indietro respirando profondamente. La sua piccola pace fu interrotta bruscamente sentendo della sabbia correre lungo la sua schiena e disturbare quel piccolo momenti di tranquillità. Si giro di scatto, il suo amico Wilem gli sorrideva.

    Andrés si tolse la maglietta per togliere la sabbia e disse:<< Non è divertente!>>.

    Wilem replicò:<< Era il metodo più veloce per riportarti alla realtà. Non dovevamo andare da Nelson prima di posare i bagagli a casa di tuo padre?>>.

    Andrés si era completamente scordato del programma che lui e i suoi amici avevano approvato per il primo giorno. Disse:<< Hai perfettamente ragione, scusa!>>. Si rimise la maglietta e si riprese le scarpe camminando al fianco dell'amico fino alla macchina dove aspettarono gli altri tre amici.

    Carl domandò:<< Hai già voglia di buttarti in acqua e di prendere il sole?>>.

    Andrés rispose:<< Avevo solo voglia di toccare il mare ...>>.

    Henryk tocco la spalla dell'amico e disse:<< Si!Si! E tu ti aspetti che ti crediamo? Andiamo dal tuo amico, così domani potrai esaudire la tua voglia di vacanza.>>. Carl annui con la testa.

    Andrés sospiro e disse:<< Andiamo a trovare Nelson.>>. Gli amici annuirono.

    La casa di Nelson era vicina al porto, di mestiere faceva il pescatore ed era lui a vendere il pesce al padre di Andrés durante la stagione estiva prima dell'arrivo del fermo biologico che cadeva sempre nel mese di agosto.

    Durante una di queste vendite, Andrés aveva stretto amicizia con questo pescatore brasiliano e lui gli aveva insegnato l'amore del mare, a riconoscere i pesci e soprattutto a cucinarli. Poi c'erano le storie dei viaggi che Nelson da giovane aveva fatto intorno al mondo per lavoro.

    Nelson era fuori dalla porta a riparare la rete di pesca, appena vide Andrés e i suoi amici, smise con il lavoro ed esclamò:<< Andrés finalmente sei ritornato!>>. Si sollevò ed andrò a salutare con una pacca sulla spalla.

    Nelson notando gli altro quattro giovani domandò:<< Loro sono i tuoi amici?>>. Andrés annui e Nelson continuò:<< Bene! Entrate che vi offro qualcosa da bere e scommetto che volete sentire qualche mio viaggio.>>. I ragazzi annuirono entusiasti.

    Si misero tutti in salone, la cucina era troppo piccola per stare comodi, Nelson porto le bevande e i bicchieri su un piccolo carrello regalato da un amico, prima che chiudeva il ristorante di pesce per trasferirsi in un'altra città.

    Gli ospiti si servirono, mentre Nelson cominciava:<< Ho lavorato e viaggiato sempre stando a contatto con l’acqua. Ho pescato i suoi frutti e i suoi pesci o ho fatto qualche altro piccolo lavoro. All’inizio ho avuto problemi con la lingua, ma lentamente ho imparato l’inglese e ho conosciuto tante persone, che voi non riuscirete mai ad eguagliare con il vostro internet!>>.

    Nelson disse:<< Un giorno …>>. Sentì la porta sbattere e un giovane ragazzo entrare con tutta la fretta del mondo.

    Il ragazzo si fermò a guardare gli ospiti, rivolse uno sguardo ad Andrès e domandò accorgendosi di essere al centro dell’attenzione:<< Zio ... sono venuto gli ospiti che mi avevi parlato questa mattina?>>.

    Nelson rispose:<< Si! Siediti vicino a noi, che stavo per cominciare a raccontare una delle miei avventure.>>. Sorrise, vedendo che suo nipote si stava subito mettendo alla ricerca di una sedia. Fin da bambino, come Andrés amava sentire le sue avventure.

    Tornato con un piccolo sgabello tra le mani, lo mise vicino ad Andrés e subito si riempì il bicchiere di coca cola per dissetarsi.

    Andrés domandò:<< Come va Gil?>>.

    Gil rispose subito dopo aver bevuto tutto in un fiato la sua coca cola e riempì un altro bicchiere:<< Va come sempre. Tu invece?>>.

    Andrés rispose:<< Come sempre … a volte la vita sa essere veramente monotona.>>. Tentò di sorridere e di coinvolgere Gil senza riuscirci. Lui e Gil non avevano mai avuto un rapporto d’amicizia e tutto a causa della gelosia. Fin da quando si era legato a Nelson, Gil l’aveva visto come una sorta di rivale pronto a rubargli lo zio. Ogni estate Andrés tentava un dialogo con Gil che si rivelava sempre infruttuoso.

    Gil quando era bambino veniva in vacanza dallo zio tanto amato, invece ora che era adulto aiutava lo zio nella pesca e si rivelava un ottimo aiutante. Quello che ignoravano sia su zio che Andrés che lui cercava sempre un momento buono per colpire Andrés e farlo soffrire. Nessuno poteva rubargli suo zio e prendersi tutte le sue coccole e le sue storie, solo Gil poteva.

    Carl domandò notando una cosa d’oro splendere sul petto di Nelson:<< Quella collana risale ad un vostro viaggio?>>. Tutti volsero lo sguardo verso il centro del petto di Nelson.

    Gil esclamò:<< In effetti mi sono sempre chiesto da dove veniva questa collana che porti al collo.>>. Era sempre rimasto affascinato dal ciondolo della collana: era un sole formato da 7 raggi che ricordavano le onde del mare e nel centro c’era uno strano disegno che gli ricordava la bocca di una stella marina o un ventricolo del cuore.

    Nelson prese con una mano il ciondolo e lo sollevò per guadarlo. Dopo averlo lasciato cadere, chiuse gli occhi e cominciò:<< Questa collana mi è stata regalata da una creatura del mare, 10 anni fa.>>.

    Tutti esclamarono insieme:<< Una creatura del mare?>>.

    Gil domandò:<< Lo hai cacciato dallo stomaco di un pesce?>>. Nelson negò con la testa.

    Andrés chiese:<< Lo hai trovato sopra la pinna di un delfino con cui ha fatto amicizia?>>. Di nuovo Nelson negò con il capo.

    Wilem domandò:<< Lo hai trovato dentro a un ostrica?>>. Andrés e Henryk scoppiarono a ridere.

    Gil replicò:<< Le ostriche producono perle non collane d’oro!>>.

    Wilem disse:<< Poteva essere un ostrica speciale che ha subito qualche mutazione genetica o è stata usata come nascondiglio provvisorio di un ladro di gioielli.>>. Di nuovo scoppiarono a ridere, anche Gil non poté trattenere un sorriso.

    Nelson scosse la testa e disse con voce seria:<< Quando dico una creatura del mare, io intendo una sirena o un tritone.>>. I ragazzi smisero a ridere e scese il silenzio.

    Carl disse con voce seria:<< Impossibile! Le sirene e i tritoni sono solo frutti della fantasia popolare.>>. Tutti annuirono, mentre Nelson cominciò a toccare il ciondolo con le mani.

    Nelson cominciò a raccontare, poco importandosi che i ragazzi lo credevano o no:<< Quando c’è la tavola del signore* , un pescatore può stare tranquillo e pescare in pace, temendo pochi pericoli, ma quando c’è la tavola del diavolo* comincia la lotta per la propria salvezza, soprattutto per i pescatori, che come me non hanno a disposizione una grande barca, ma una piccola. Quando la tavola del diavolo appare nella notte è come vivere nei tuoi peggiori incubi. Sei avvolto nell’oscurità con vento che ti tira schiaffi e il mare che urla come un pazzo per farti cadere in acqua. Una volta la mia barca si rovesciò e mi ritrovai in balia delle onde del mare e dopo sotto d’acqua. La forza marina mi sbatteva e trascinava e non sarei sopravvissuto, se quel tritone non mi avesse salvato.>>. Fece una piccola pausa e si prese un bicchiere di acqua naturale.

    Gli altri ragazzi erano rimasti in silenzio, erano rapiti dal racconto di Nelson che non osavano interromperlo, anche se trovavano assurdo che una creatura come il tritone poteva esistere.

    Nelson continuò:<< All’inizio pensavo fosse un angelo della morte, con quei capelli biondi e ricci, ma quei occhi grigi e la coda di pesce mi hanno fatto cambiare idea. Il tritone mi afferrò la mano e da qui non riesco a ricordare nient’altro perché sono svenuto. Quando ho aperto gli occhi mi sono ritrovato sulla spiaggia e in mano tenevo la collana che porto al collo. Non mi sono mai separato, nella speranza di ricontrarlo e dirgli grazie.>>. Dopo averlo girato per l’ultima volta, nascose il ciondolo sotto la camicia.

    Gil esclamò:<< Zio, forse ti sei immaginato tutto … forse la corrente ti ha trascinato a riva e tu hai inventato tutto ricordando la cassetta del film “La Sirenetta” che tu, io e le miei adorate cugine abbiamo visto un centinaio di volte.>>.

    Henryk aggiunse:<< O qualcuno ti ha veramente trascinato a riva, ma non aveva la coda di pesce.>>.

    Nelson replicò alzando un po’ la voce:<< Non mi sono immaginato niente: sarei morto annegato prima di raggiungere la riva! Per portare a riva una persona con il mare in quello stato agitato, doveva possedere la forza di Superman o dell’incredibile Hulk.>>.

    Andrés mormorò:<< Certo … ma rimane sempre difficile crederti …>>. Nella mente di Andrés cominciò a tornare in mente, la leggenda del mare dei miracoli del nonno, se in fondo esistevano i tritoni e le sirene come insisteva Nelson poteva esistere anche questo mare e magari esaudire un suo desiderio.

    Nelson cominciò a raccontare una sua avventura, ma Andrés non se ne accorse, troppo preso a pensare a quale desiderio poteva esprimere, davanti ad un mare del color della luna.

    Dopo aver trascorso metà pomeriggio a sentire i racconti di Nelson, i ragazzi andarono verso la villa sul mare del padre di Andrés per posare i bagagli rimasti ancora dentro la macchina e farsi una doccia.

    Arrivati alla villa, salutarono il padrone di casa: Amerigo Flavis padre di Andrés proprietario di una delle più grandi aziende al mondo per la sicurezza del lavoratore. Amerigo si occupa soprattutto nel campo dello spettacolo: circo, riprese di un film ecc … riuscendo a guadagnare lentamente una fortuna.

    Amerigo aveva adottato Andrés dopo che il padre era morto in un incidente d’auto portandosi dietro la moglie. Amerigo era sempre stato legato da una forte amicizia con il collaboratore spagnolo, fino a sentirlo come un fratello e ha adottato subito il bambino.

    Amerigo fermò Andrés domandogli:<< Hai recapitato l’invito a cena a Nelson e suo nipote Gil?>>.

    Andrés rispose:<< Certamente papà!>>. Voleva andare nella sua stanza a riposare e dopo ha farsi una doccia, il viaggio era stato lungo.

    Amerigo gli diede una pacca sulla spalla:<< Bravo! Vai in camera e riposare a prepararti e …>>. Non riuscì a terminare che il cellulare cominciò a squillare, lasciando la frase sospesa e Andrés libero di andare in camera da letto.



    La cena era stata magnifica: pesce alla griglia, vino bianco e tanta allegria. Si parlava e si scherzava con tutti.

    Henryk gridò:<< Nelson racconta del tritone a Amerigo!>>.

    Amerigo gli si illuminarono gli occhi e domandò:<< Perché c’è un tritone che naviga intorno a queste acque?>>.

    Gil rispose:<< Secondo la storia di mio zio … si.>>. Addentò la sua seconda fetta di anguria, masticando e ingoiando anche i semi. Amava l’anguria, se ne sarebbe mangiata una intera al posto di un pranzo o di una cena.

    Amerigo esclamò interessato:<< Se esisterebbe veramente un tritone o una sirena, mi piacerebbe catturarlo e venderlo, ci ricaverai tanti soldi.>>. Uno strano sorriso incorniciò il suo volto.

    Nelson gridò:<< Non ti azzardare! Quel tritone mi ha salvato la vita!>>. Scese uno strano silenzio, vedendo come Nelson si era alterato.

    Amerigo mise le mani davanti e disse:<< Stavo solo scherzando … i tritoni non esistono, avrai bevuto troppa acqua di mare.>>. La calma ed allegria tornarono, anche se Nelson continuava ad essere un po’ nervoso dopo le parole dette da Amerigo.

    La serata finì quando era già passato l’una e Andrés si mise al letto solamente alle tre del mattino, dopo aver trascorso altro tempo con gli amici a parlare e ha progettare la giornata di domani. Quando si mise a letto era stanco morto, ma felice della giornata trascorsa.

    Crollò la testa del cuscino e senza mettersi sotto il lenzuolo chiuse gli occhi e proprio in quel momento un canto triste proveniente dal mare si insinuò dentro al suo cervello, ma non ci fece tanto caso. Pensò prima di cadere profondamente nelle braccia di Morfeo “Sarà il troppo vino bevuto…” e si addormentò profondamente.



    Il canto triste era alimentato dalla musica delle onde che si infrangono sugli scogli. Un ragazzo cantava, muovendo la sua coda verde-oro nell’acqua salata ed aspettando che il suo desiderio possa essere realizzato.



    · Tavola del signore e tavola del diavolo: a volte utilizzati dai pescatori per indicare il mare tranquillo e quello in tempesta.
     
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